Dr Luca Magnani

Research fellow at the Department of Surgery and Cancer, Imperial College London

Guest blogger for FCDO Editorial

3rd February 2017

Ricerca sul cancro: insieme possiamo ottenere molto di più

In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, il Dott. Luca Magnani, ricercatore italiano, ci racconta di come la stretta collaborazione europea ha contributo a determinare una recente scoperta sul cancro

Cosa significa essere un ricercatore nella lotta al cancro nel 2017? Significa avere accesso a tecnologie indescrivibili. Significa poter lavorare con alcuni dei migliori scienzati viventi. Significa avere come soci i propri pazienti, sempre più coinvolti nella ricerca.

Significa anche poter collaborare con partner internazionali, un elemento fondamentale per trovare cure migliori a questo terribile male, garantire un maggior numero di sopravvissuti e, al contempo, un minor numero di decessi.

Voglio raccontarvi la storia della nostra ultima scoperta scientifica e di come questa sia stata veramente una vicenda europea.

Proprio la scorsa settimana, abbiamo pubblicato una ricerca che rivela il motivo per cui alcuni medicinali comunemente utilizzati nella cura del cancro al seno, noti come inibitori dell’aromatasi, smettano di essere efficaci in alcuni pazienti. Il nostro studio, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, ha dimostrato che questa forma di tumouri evolve fino a poter produrre il proprio stesso “carburante”, rendendo così le cure inutili. Questo fa sì che il cancro si ripresenti.

Tuttavia, la nostra scoperta apre strade a diverse, e si spera migliori, cure per i pazienti nei quali si ripresenti il cancro.

Sono un cittadino italiano che vive e lavora nel Regno Unito dal 2013, ma collaboro principalmente con una squadra di ricercatori italiani che hanno studiato in diversi paesi del mondo e che risiedono a Milano.

Nel laboratorio di Milano, presso l’Istituto Europeo di Oncologia, il gruppo ha deciso qualche tempo fa di prelevare un secondo campione, o biopsia, di tumore nel caso in cui questo si fosse ripresentato in un paziente. Sebbene questa procedura possa sembrare piuttosto intuitiva, è piuttosto difficile. Nel Regno Unito, ad esempio, i medici eseguono un solo prelievo nel momento in cui viene diagnosticato il tumore, raramente ne prescrivono un secondo quando il cancro si ripresenta.

Tuttavia, questo secondo campione si è rivelato fondamentale per il nostro studio, poichè ci ha permesso di studiare l’evoluzione del tumore prima e dopo il trattamento. I campioni provenienti dall’Italia si sono rivelati la chiave della nostra scoperta. Hanno permesso al nostro gruppo altamente internazionale (che include studenti, tecnici di laboratorio, medici e pazienti provenienti da tutto il mondo) di produrre dati inequivocabili che hanno dimostrato come i tumori al seno sviluppino resistenza ai farmaci e in che modo la scelta del trattamento possa influenzare notevolmente l’evoluzione del cancro stesso.

È stato bello poter lavorare così a stretto contatto con i nostri amici europei; senza di loro non avremmo avuto accesso alle biopsie che, invece, si sono rivelate cruciali per la nostra scoperta. Le collaborazioni a livello europeo sono così produttive perchè ci permettono di  condividere facilmente campioni, techiche e dati scientifici. Esse sono e continueranno a essere di vitale importanza per il nostro lavoro.

Noi scienziati siamo “malati” di un ottimismo incurabile. Crediamo che il mondo possa migliorare, crediamo di poter curare il cancro, crediamo di poter modificare il corso dei mutamenti climatici. Essendo uno scienziato, credo nei dati e nei fatti, e il nostro lavoro dimostra, più di qualsiasi altra cosa, come insieme possiamo ottenere molto di più.

Il Dott. Luca Magnani è un ricercatore presso il Dipartimento di Chirurgia e Cancro dell’Imperial College di Londra.