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Christopher Prentice

Former British Ambassador to Italy

7th March 2014

Come stanno cambiando i sussidi nel Regno Unito?

EU flagMartedì 11 marzo accoglieremo a Roma alcuni rappresentanti del governo britannico per un incontro con le loro controparti italiane sulle recenti modifiche al sistema di sussidi per gli immigrati nel Regno Unito.

A questo proposito ci tengo a sottolineare che non è nostra intenzione limitare la libera circolazione, come hanno scritto alcuni giornali qui in Italia, ma semplicemente proteggere dagli abusi il nostro sistema di welfare, in linea con un più ampio programma per un sistema economico che aiuti chi vuole lavorare sodo e rispettare le regole e punisca chi invece non le rispetta.

A partire dal 1 gennaio gli immigrati senza lavoro devono aspettare tre mesi per poter fare domanda per la Jobseeker’s Allowance (l’equivalente italiano è l’ASPI, una forma di indennità di disoccupazione); in questo modo, solo chi si trova legalmente nel Regno Unito, ha stabilito un legame con il nostro Paese e intende dare il proprio contributo alla nostra economia avrà accesso ai sussidi previsti dal nostro sistema. Abbiamo inoltre introdotto un limite di sei mesi per gli immigrati che ricevono questo sussidio. E a partire da aprile, i nuovi immigrati non potranno più fare domanda di sussidio per la casa se già ricevono la Jobseeker’s Allowance.

Non si tratta di norme discriminatorie. Le stesse regole valgono senza distinzione alcuna per tutti gli immigrati provenienti dallo spazio economico europeo (SEE). Il nostro sistema di welfare è relativamente generoso e, diversamente da quanto avviene in gran parte degli altri paesi dell’UE, chi fa domanda di sussidio nel Regno Unito non deve necessariamente aver già pagato dei contributi.

I cambiamenti che stiamo introducendo rendono il sistema di sussidi britannico più simile ad altri sistemi europei, e la Commissione ha affermato che gli Stati membri che hanno sistemi di sussidi troppo generosi possono e, devono anzi, renderli più severi per scoraggiare gli abusi.

I cittadini dell’Ue e di tutti i paesi del mondo che vogliono venire nel Regno Unito legalmente e dare il proprio contributo all’economia ed alla società britannica, rafforzando la competitività e la cultura di un Regno Unito che valorizza le differenze, continuano ad essere i benvenuti nel nostro Paese. Tuttavia, un Paese come il nostro, in cui equità e rispetto delle regole sono da sempre principi fondanti della democrazia, non può che fare in modo che solo chi ne ha diritto possa accedere ai nostri sussidi.